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13:09:47 CASERTA. L’abbiamo detto la settimana scorsa, mertedì 3 Ottobre 2017 sarà la nuova data da cerchiare, sul calendario, in casa Juve Caserta, se a qualcuno importi ancora qualcosa.

La società di Pezza delle Noci ha presentato, lo scorso 11 Settembre, il ricorso al TAR del Lazio dopo essersi vista sbattere la porta in faccia da FIP prima e CONI poi, che intanto hanno riammesso la Vanoli Cremona, retrocessa sul campo al termine della passata stagione, e prima avente diritto al ripescaggio.

Non sappiamo questa udienza come andrà, né quale sarà la successiva sentenza che il suddetto Tribunale emetterà, né quali tempi ci vorranno, né, tanto meno, cosa avverrà e cosa succederà qualora la Juve Caserta dovesse vincere il ricorso.

Perché non dimentichiamocelo: in questo week end è iniziato il campionato di serie A, martedì prossimo c’è l’udienza, per la sentenza potrebbero volerci ancora delle settimane, intanto il campionato va avanti, si giocheranno le giornate come da calendario, che succede se la Juve Caserta vince il ricorso e viene riammessa a questo campionato? Come ci si regola, considerando che al momento non esiste, di fatto, una squadra?

Nell’attesa di dare risposta a questi amletici dilemmi, proviamo a capire che speranze può avere, eventualmente, la società bianconera nel ricorso, riprendendo tempi affrontati anche martedì 26 Settembre a “Cestisticamente Parlando”, in onda su Radio Prima Rete.

La Juve Caserta denuncia “l’assoluta malafede del CONI che, nel ritardare il deposito delle motivazioni, ha scientemente cercato di impedire alla ricorrente di poter adire la giustizia amministrativa al fine del riconoscimento delle proprie ragioni“.

Davanti al Collegio la società campana ha contestato, essenzialmente, due aspetti esplicitati in dettaglio nel ricorso al TAR: 1) la rateizzazione (ottenuta il 6/7 luglio) del debito Equitalia; 2) gli errori di calcolo commessi (ed ammessi in parte) dalla Com.Te.C in sede di quantificazione del debito tributario e il ripianamento del passivo mediante rinuncia da parte dei soci alla restituzione di finanziamenti concessi per € 219.256 (circostanza che avrebbe soddisfatto il requisito del punto 1 della Delibera 346/2017). Ci sarebbe anche un terzo punto, quello relativo all’importo di € 160.000 che la Com.Te.C. imputa alla JC per violazione del punto 3 della citata Delibera (per non aver pagato le spettanze al 31/3/2017 ai tesserati) non menzionato espressamente dal CONI nella sua decisione.

Il ruolo della Com.Te.C è di primaria importanza in questa vicenda (sebbene il suo parere non sia vincolante per la FIP) anche perché, come sottolineano i legali della Juve Caserta: “procedendo al ricalcolo unilaterale (di dubbia legittimità) dei parametri ufficiali, stravolgendone il computo, richiamando le risultanze della verifica ispettiva effettuata in data 26/6/2017, comunicava che al 30/6/2017 non risultano rispettati i requisiti necessari per l’ammissione al Campionato”, per cui “facultava” la Juve Caserta stessa a regolarizzare, inviando “idonea documentazione” entro il termine perentorio del 10 luglio 2017. Ovviamente la Juve Caserta ha sostenuto di aver fornito “argomentazioni inconfutabili supportate da idonea documentazione, nel pieno rispetto del termine” (10 luglio n.d.r.).

La Juve Caserta contesta, ovviamente, “le conclusioni cui giunge la COM.TE.C, nel dare atto, relativamente alla preventiva contestazione operata in data 30/6/2017, dell’avvenuto rateizzo del debito erariale da parte della società” che “ex se avrebbe dovuto assorbire la contestazione” e non sarebbe giustificata “, la successiva rettifica del parametro, illegittimamente operata dall’Organo di Controllo, sulla base di un debito che successivamente la stessa COM.TE.C dà per rateizzato, e dunque non più sussistente nell’ammontare (illegittimamente) indicato in delibera”.

Inoltre la Juve Caserta scrive che la Commissione “erra macroscopicamente” e sottolinea che, al 31/5/2017, erano appostati in bilancio crediti dei soci per finanziamenti infruttiferi per complessivi € 295.932,46, di cui € 219.256 già a bilancio al 31/3/2017. Per tali crediti i soci (Iavazzi e Caserta Città del Basket), il 30/6/2017, avevano già formalizzato la rinuncia alla restituzione destinandoli a riserva in conto capitale. Il versamento dei € 219.256, al 31/3/2017, secondo i legali è “condizione ex se ampiamente sufficiente ad operare il riequilibrio del parametro, per come pur inconferentemente calcolato dalla COM.TE.C“.

La Juve Caserta contesta che la “COM.TE.C perviene alla somma totale del presunto indebitamento di € 266.401,00 rettificando, il parametro al 31/3/2017 trasmesso nei termini di regolamento, con l’inserimento, nei “debiti tributari”, di € 638.008,00, nonché inserendo di € 160.000,00 per “debiti verso il personale compreso vertenze”. Entrambi gli importi sarebbero errati perché la Commissione avrebbe imputato a “debiti tributari” € 728.005 (di cui € 638.008 inseriti successivamente) per non aver “decontato” dal debito erariale € 49.337,49 che, come poi riconosciuto dalla stessa Com.Te.C., è stata annullata, nel febbraio 2017, della Commissione Tributaria di Caserta.

Insomma, un bel calderone, e nell’attesa di quelli che saranno i verdetti del ricorso al TAR, la FIBA, in settimana, ha reso noto l’ammontare dei famosi, e famigerati, BAT che la Juve Caserta ha dovuto versare ai suoi ex tesserati, in particolare Marco Mordente e Bobby Jones.

Se nel caso di Mordente il patron Raffaele Iavazzi, almeno pubblicamente, si è sempre appellato al famoso 20% che da contratto non doveva essere elargito perché la squadra era retrocessa, ciò assolutamente non valeva per Bobby Jones.

La storia però dice che tutte queste situazioni certamente non hanno messo in buona luce i colori bianconeri. Ma la beffa è che, in fondo, Iavazzi queste somme alla fine le ha sborsate, anche nella speranza di riuscire ad avere tutti i conti a posto per poi poter iscrivere la squadra al campionato. Allora è ovvio che la domanda sorge spontanea: perché non farlo prima? Un giocatore professionista fa questo come mestiere, firma un regolare contratto di lavoro, è giusto che riceva quanto pattuito nei tempi stabiliti.

Come potete vedere, le domande bizzarre, ancora senza risposta in questa vicenda dai contorni nebulosi, non hanno mai fine.

E dalle pubblicazioni della FIBA viene fuori che Jones aveva 80.000 euro di arretrati, mentre Mordente 47.000 euro, giusto per dovere di cronaca.

Francesco Padula


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