19:03:35 SANTA MARIA CAPUA VETERE. Umberto Pappadia, parliamo del Pd. I democrat si presentano all'appuntamento delle provinciali nel peggiore dei modi: con una lista incompleta e un boato di polemiche...

«Che disastro. Purtroppo abbiamo dimostrato ancora una volta che non esiste un partito organizzato, ma una serie di partitini personali che litigano e fanno accordi che durano una notte».

Questo pochi mesi dopo il disastro maddalonese...

«Caso eclatante, si è aggregato per vincere e alla fine si è perso. Dobbiamo ripartire dal collante delle coalizioni: la politica. Non ha senso metter su carrozzoni che non ci portano da nessuna parte. Del resto i risultati del Pd in provincia sono tra i più bassi d'Italia, ci sarà un motivo».

Fallimenti che sembrerebbero chiedere un congresso provinciale. Può essere questa la soluzione?

«Serve un congresso di rifondazione del partito che parta dal piccolo delle realtà territoriali. Andare a congresso senza discutere e senza dettare una linea è assolutamente inutile. Anche perché, mi ripeto, fare il Risiko abbinando di volta in volta pacchetti di voti (veri o presunti) ci sta portando lontani dall'elettorato e verso risultati troppo scarni».

Un congresso vero, dunque. C'è quasi da sperare che lo si faccia dopo le politiche allora! Lei che data si augura?

«Andava fatto ieri, e invece non l'abbiamo mai fatto un congresso vero».

Da De Luca in poi, uno dei temi del Pd è divenuto quello del rapporto con i movimenti civici di Bosco e Zannini. Come vede queste alleanze?

«Quali alleanze? Alleanze che variano da comune a comune. I civismi li troviamo con o contro il Pd a seconda delle convenienze. Inoltre c'è un dato che mi preoccupa: quando queste esperienze finiranno, perché finiranno, cosa farà il Pd che ha costruito la sua strategia puntando sul loro sostegno? Noi a Santa Maria andiamo per la nostra strada sperimentando, nel deserto di un'amministrazione che disgoverna, una nuova politica per questo Pd».

Lei racconta ambiguità che esistono anche nello stesso Pd...

«È vero, basti pensare che Gennaro Oliviero, eletto nel Pd, sostiene nella mia città l'amministrazione che si oppone al suo stesso partito».

Un laboratorio sammaritano, in cosa volete marcare una differenza?

«Ci siamo presentati alle elezioni contro un carrozzone che abbraccia tutte le sfumature cromatiche comprese tra il rosso e il nero, abbiamo perso con dignità e ora stiamo aggregando in città mettendo sul tavolo un confronto serio sui temi che appassionano i cittadini. Cresciamo e presto andremo a congresso organizzando una due giorni: un giorno per discutere e uno per votare».

Matteo Donisi