10:27:56 CASERTA. L’autoreferenza che elegge la politica. Potrebbe sintetizzarsi così il voto che saranno chiamati ad esprimere i sindaci e i consiglieri comunali dei 104 comuni della provincia di Caserta. Si chiamano “elezioni di secondo livello” e rispetto ad altre consultazioni passano quasi inosservate alla maggior parte dei cittadini che ne sono esclusi, ma non ai diretti interessati.

Così, accanto ad un Carlo Marino presidente che le vincerà certamente le elezioni, c’è chi di quelle stesse ne farà un banco di prova per le competizioni successive e c’è chi invece in quelle si posizionerà solamente. Poi c’è ancora chi con una candidatura di servizio e perdente, farà invece un investimento a una decina di anni, carta di identità permettendo e schema bipolare vivendo.

Ed ecco quindi, che ai soliti inciuci, alle alleanze e alle fratture, questa volta nel calderone delle polemiche si è aggiunta anche l’indignazione (non certo unanime, ma significativa) per quei 17 uomini che saranno eletti non dal popolo, ma blindati da altri politici.

Un effetto della legge Delrio che due anni fa prevedeva la trasformazione delle Province in Enti di secondo livello, per cui non sono previste elezioni dirette.

Solo che le ex Province, nel frattempo, hanno continuato a occuparsi di strade, edilizia scolastica e altre vecchie competenze con un taglio di tanti milioni di euro in due anni. Risultato: aumento della burocrazia e problemi irrisolti. Per eliminarle del tutto le Province non sarebbe bastata neppure la riforma bocciata con il referendum del 4 dicembre scorso, che ne avrebbe sì cancellato il nome dalla Carta costituzionale, ma ne avrebbe rimandato la sostanza a una nuova riforma.

Strade, scuole, ambiente, trasporti: nonostante l’importanza di queste competenze non solo i cittadini non potranno scegliere chi li rappresenterà in questi Enti (così come è accaduto già due anni fa a Caserta ed in altre Province fino al gennaio scorso), ma si è creato un paradosso nel paradosso. Infatti, nei comuni commissariati i cittadini non saranno rappresentati affatto in Provincia, come accadrà a Maddaloni e ad Alife, tanto per fare qualche esempio.

L’esclusione dei cittadini dal voto e l’esiguo numero di liste presentate a Caserta a sostegno dei candidati presidenti, nonostante le numerose richieste di candidatura, respinte soprattutto nel centro-sinistra, hanno creato non poche polemiche. A qualcuno è suonato come un tentativo (ben riuscito) di blindare scientificamente i consiglieri dei riferimenti politici locali. Questo, fino a qualche giorno fa avrebbe fatto presagire una defezione dei votanti anche nella tornata in cui sono chiamati a votare solo quelli “assaliti dal demone delle politica”, cioè gli istituzionali. Ma l’affluenza al voto tedesco, anche se riferito ad altra competizione, rischia di far saltare il banco delle previsioni numeriche…

Massimo Golino, Balena Bianca