19:54:28 CASERTA. Non convince la Confesercenti il tentativo avviato da diversi imprenditori di sfruttare le falle lasciate dalla mancata approvazione del Puc che consente loro l’apertura di nuovi centri commerciali.

La concentrazione che si è creata nell’area del Parco Cerasola tra Iperion, la struttura dell’imprenditore Russo in via Falcone accanto alla caserma dei vigili del fuoco, quella approvata nella 167 e quella che potrebbe nascere dal progetto presentato in questi giorni in Comuni per una galleria commerciale proprio davanti all’Iperion stesso per l’associazione dei commercianti potrebbe essere letale solo per gli esercenti storici.

«Non è questa la città che immaginiamo - ha esordito in maniera ferma il direttore provinciale di Confesercenti Gennaro Ricciardi - per noi, una città di meno di centomila abitanti dovrebbe incentivare l’esercizio di vicinato, dovrebbe badare a dotarsi di servizi, a cominciare da un trasporto pubblico degno di questo nome consentendo di azzerare le distenze tra centro e periferia, dovrebbe creare un centro pedonale compatibile con le esigenze dei negozianti.

Oggi tutto questo non accade con i cittadini che sono portati ad orientarsi verso la grande distribuzione che, comunque, non rappresenta la risposta ai problemi del commercio. Agevolare la nascita di nuovi centri commerciali significa, da un lato affossano gli esercizi di vicinato, dall’altro non risolvere i problemi di un comparto visto che, le maxi-strutture, in molti casi, non riescono ad imporsi sul mercato anche a causa del commercio on line che è diventato sempre più una realtà».

Il direttore provinciale della Confesercenti sottolinea come la sua organizzazione si impegnerà con tutti i propri mezzi a fare in modo che «la grande distribuzione non cresca neanche di un centimetro nella città di Caserta».

«La nostra idea di commercio è quella, per certi versi, legata al passato con i piccoli negozi in grado di soddisfare le esigenze dei clienti - ha spiegato - purtroppo, in periferia, oggi riescono a resistere solo le piccole salumerie, perché solo le uniche a sopravvivere in questo mercato. Piccoli negozi di abbigliamento, di scarpe o di altri settori, stanno via via scomparendo e questo, sicuramente, non è un segnale positivo. La sfida che bisogna porsi è quella di fare in modo, invece, che nelle periferie possano vivere gli esercizi di vicinato e che intorno ad essi si possano sviluppare dei servizi adeguati alle esigenze dei cittadini di ogni zona della città sia delle frazioni pedemontane che della zona del Parco Cerasola e della 167».