10:35:05 CASERTA. In queste ore in città stanno nascendo diversi progetti per centri commerciali, Gianni Comunale, lei come valuta queste iniziative?
«Male. Non è di questo che ha bisogno la città. La creazione di centri commerciali va ad incidere con quelle che sono le scelte strategiche per il futuro di Caserta che devono essere racchiuse nel prossimo Puc, quindi, trovo sbagliato che oggi si punti alla realizzazione di tali strutture e che ci sia qualcuno che abbia anche permesso a tali progetti di andare avanti sul piano amministrativo. E’ necessario, comunque, che gli imprenditori facciano un salto di qualità: non è possibile che in città quando si parla di impresa ci si riferisca solo a palazzi e centri commerciali».
Non pensa, però che questi centri commerciali possano portare a nuova occupazione a Caserta?
«No. E’ statisticamente provato che, al massimo, assistiamo ad un travaso di occupazione con gli operatori dei piccoli negozi che si ritrovano a lavorare nei centri commerciali. A Caserta non serve questo. Vogliamo che centro e periferia siano vivi anche grazie ad attività commerciali che, con i loro marchi e i loro prodotti qualificano la città».
La movida può essere un’opportunità di sviluppo per Caserta, oppure è destinata solo ad essere oggetto di critiche e polemiche?
«Nei fatti, oggi la movida è l’unica opportunità di sviluppo che ha la città di Caserta. Proprio nel settore della movida, vediamo che si hanno interventi economici significativi con l’apertura di bar, locali, ristoranti. E’ chiaro che c’è bisogno di un’azione di razionalizzazione della movida che vada a tutelare da una parte i cittadini e dall’altra gli imprenditori anche con disciplinari rigidi. Oltre ad un maggior controllo da parte delle forze dell’ordine, ritengo che si debba pensare a regole precise per fare in modo che, magari a seconda delle zone, le varie attività si uniformino tra loro. Il colore delle tende, i modelli delle sedie, i gazebo: fissare dei criteri che facciano in modo che le varie attività si uniformino tra di loro aiuterebbe sicuramente la crescita della città».
Lavoro, movida: l’anello di congiunzione potrebbe essere la Reggia... Perché nonostante l’incremento di visitatori che si è registrato sotto la gestione Felicori, il monumento continua a non portare ricadute per Caserta città?
«Perché, purtroppo, la Reggia continua ad essere svincolata dal resto della città di Caserta... In qualsiasi altra città d’Italia e del mondo si creerebbero dei pacchetti turistici intorno alla Reggia. Gli albergatori penserebbero a delle offerte con due notti, visite gratuite al monumento o giro in città nel buss turistico... Il problema è che noi non abbiamo nemmeno il bus turistico... Nonostante il Belvedere di San Leucio, il Borgo Medioevale di Casertavecchia oltre, ovviamente, alla Reggia, non c’è un bus turistico che faccia fare a chi arriva in città un tour tra le sue bellezze. L’attività degli alberghi non si armonizza con quella della ristorazione e, questo, impietosamente è il risultato... La politica, in queste circostanza può e deve svolgere un ruolo di raccordo, ma è anche vero che c’è bisogno dell’iniziativa dei privati, così come succeve ovunque nel mondo, per capitalizzare un tesoro qual è la Reggia vanvitelliana».
Carlo Marino presidente della Provincia.
«Rappresenta sicuramente una grande occasione per Caserta città oltre che, ovviamente, per noi del Partito democratico. Avere un sindaco che è anche presidente della Provincia vuol dire rafforzare quel ruolo di capoluogo al quale deve ambire Caserta, significa poter creare delle sinergie importanti nell’interesse del territorio. Non voglio dire che Marino debba essere il presidente di Caserta: sono certo che con la solita attenzione, si preoccuperà delle problematiche di tutto il territorio provinciale, penso però che il fatto che la leadership sia del capoluogo possa essere utile sia a noi casertani che al resto del territorio. Del resto un capoluogo forte equivale ad una provincia forte».
Non teme che il doppio incarico si possa rivelare, alla fine, troppo gravoso?
«Sono certo che Marino saprà come organizzarsi delegando alla sua squadra di governo magari un po’ in più rispetto a quanto fa oggi. Sono certo che saprà organizzarsi nella maniera più utile e produttiva per tutti».
