15:25:59 MADDALONI. Andrea De Filippo, di cosa ha bisogno oggi Maddaloni?
«Di un governo stabile capace di affermare quel senso di città che si è perso ormai da tempo. E’ necessario, fuori da ogni forma retorica, che chi ha a cuore le sorti della città si metta assieme, lavori per il bene di Maddaloni, in modo da costruire quella leadership, troppo spesso ricercata altrove, che consenta alla città di poter recuperare quel protagonismo perso da tempo. E’ stato un errore clamoroso affidare nelle mani di un burocrate la guida della città, dal momento che, per quanta qualità possa esprimere, e il nostro commissario ne ha tantissima, non potrà mai amministrare con la conoscenza, la passione, la tenacia, la dedizione, l’amore che ci avremmo messo noi. Sul piano amministrativo è indispensabile che il quotidiano ritorni ad essere tale e non più straordinario. Strade, decoro urbano, servizi devono tornare ad essere normale amministrazione per i maddalonesi, non un successo da strombazzare, né una gentile concessione di qualcuno. Nel periodo in cui sono stato sindaco qualche passo in avanti lo avevamo fatto da questo punto di vista».
Insomma la città di Maddaloni oggi ha bisogno di quel governo di salute pubblica di cui lei parlava dopo la vittoria del ballottaggio e la sua elezione a sindaco...
«Sono convinto della necessità di un governo di salute pubblica da diverso tempo e non è un concetto che ho espresso solo dopo il ballottaggio. Lo stesso progetto di Maddaloni nel cuore prende le mosse da questa convinzione. Abbiamo messo assieme competenze ed intelligenze di diversa estrazione culturale, consapevoli che, solo andando oltre gli steccati classici delle coalizioni, si possa consentire a Maddaloni di superare la crisi in cui è piombata. Questa nostra convinzione viene condisa da un numero sempre crescente di maddalonesi che si stanno avvicinando al nostro progetto perché hanno capito che è l’unica risposta possibile per una città che non è in grado quasi di garantire i servizi essenziali ai suoi cittadini».
Riproporrà, quindi, nella prossima tornata amministrativa lo stesso schema a suo sostegno?
«Innanzitutto è ancora tutto da vedere se ci sarà una nuova tornata elettorale, dal momento che c’è un ricorso al Tar che deve essere esaminato e discusso e che potrebbe offire scenari differenti... Ripartiamo, anche se in realtà non ci siamo mai fermati, indipendentemente da tutto, dalla squadra che mi ha consentito di vincere il ballottaggio e che ha capito sin da subito la necessità di unire le forze al di la delle appartenenze per il bene di Maddaloni. Chiaramente siamo felici di accogliere tutti coloro sono disposti a condividere questo modello e che sono pronti ad unire le loro forze con noi per mettere a disposizione di Maddaloni, competenze, passione, voglia di fare, rapporti istituzionali, reti di relazioni e quanto altro possa essere utile per il bene del nostro Comune».
La sua sfiducia come è stata vissuta dai cittadini?
«Non sono stato sfiduciato io o la squadra che mi sostiene... Con quel gesto non è stato fatto altro che minare la credibilità dell’intero ceto politico maddalonese, di per se, già non elevatissima agli occhi dei cittadini. Certamente, a subire le conseguenze peggiori di quell’azione non sono io... I cittadini, in quell’entusiasmante mese in cui ho avuto l’onore di guidare Maddaloni, hanno percepito lo spirito di servizio con cui stavo svolgendo quel compito. Si sono accorti della mia attenzione al quotidiano, della voglia di riattivare una città ferma, impantanata nei suoi problemi e nelle sue contraddizioni. Da quando sono stato eletto ho sentito la città vicina. Maddaloni aveva capito che qualcosa stava cambiando e qualcosa sarebbe potuta cambiare se mi fosse stata data la possibilità di andare avanti. Il nostro compito, oggi, è quello di non far spegnere quell’entusiasmo e di far prevalere quel senso di sfiducia e di allontanamento dalla vita amministrativa che è stato originato dal commissariamento».
