22:26:40 MADDALONI. Enzo Santangelo Maddaloni è di nuovo commissariata. Da dove deve ripartire il centrosinistra per poter finalmente riconquistare la guida della città?
«Certamente dal risultato che ha raccolto nello scorso mese di giugno. E’ stato un risultato importante anche se, chiaramente, non sufficiente per conquistare la guida della città. Lo sforzo che noi tutti dobbiamo fare è quello di consolidare quanto di buono fatto, come la partecipazione dei tanti giovani alle liste, e di migliorare laddove siamo stati carenti».
In questo momento, secondo lei, qual è la cosa da fare?
«Allargare la base della nostra coalizione andando oltre gli schemi tradizionali dei partiti e dei movimenti, coinvolgendo la società civile e quanti, oggi antepongono un modello di sviluppo a quelli che possono essere gli schieramenti preconfezionati dei partiti e dei movimenti stessi. E’ indubbio che c’è una parte di città consistente che, nonostante lo scontro acceso ingaggiato dalle quattro coalizioni che si sono confrontate alle elezioni, non ha “sentito” l’appuntamento di giugno. Basta guardare il disinteresse complessivo che c’è stato sia al primo che, soprattutto, al secondo turno, quando al seggio si sono recati, praticamente solo gli addetti ai lavori. L’interrogativo che ci dobbiamo porre oggi è che cosa bisogna fare per far ritornare attiva quella parte di città? Lo sforzo che dobbiamo fare tutti è, sicuramente, quello di lavorare ad un progetto aperto, inclusivo».
Che caratteristiche deve avere questo progetto di città?
«Deve abbandonare i modelli precostituiti. Basta con i concetti di “vecchio” e “nuovo”. Oggi i criteri di coinvolgimento e di selezione devono essere la competenza, la passione, l’amore per la città. E’ necessario rivolgersi a quella parte sana di Maddaloni che vuole e sa come poter dare il proprio contributo per far crescere la città. Se ci rivolgiamo a queste persone, la carta di identità diventa secondaria... A quanti usano questo metro chiedo se il prof Di Silvestro è “vecchio” o è “nuovo”. E l’avvocato Tontoli? E l’avvocato Russo? E il dottore Campolattano? E la dottoressa Imperia Tagliafierro? Mi fermo qui per brevità, ma l’elenco delle persone competenti dalle quali ripartire è lunghissimo e comprende tutti e quattordici i consiglieri che sono stati eletti dalla nostra coalizione, ma non solo... ».
Enzo Santangelo sindaco potrebbe essere il nome che chiude il cerchio e affascia tutte queste persone...
«Se il discorso fosse stato semplicemente e banalmente la mia candidatura a sindaco di Maddaloni, beh allora non avrei aspettato tutto questo tempo, lo avrei fatto l’anno scorso... Non è il mio nome il tema, ma il progetto da consolidare per dare un governo a Maddaloni. Fare dei nomi, significa non voler affrontare il problema. Chi mi conosce sa che le cose non stanno così. Io credo nella squadra e nel progetto. Oggi a questo si deve lavorare».
Le primarie possono essere ancora un criterio di selezione per scegliere il candidato sindaco?
«Le primarie sono uno straordinario strumento di democrazia, ma, questa volta, prima di arrivare ad esse è necessario tentare di fare uno sforzo tutti assieme per cercare di individuare la figura migliore che risponda a criteri di legalità, trasparenza, competenza, che abbia amore per la città e che sia capace di entusiasmarla. Prendiamo il sindaco di Marcianise Antonello Velardi. Senza entrare nel merito delle scelte amministrative che non conosco, posso certamente dire che Velardi è uno che ha entusiasmato i marcianisani facendoli riappassionare a quelle che sono le dinamiche della città. Oggi a Maddaloni serve una figura che abbia quelle caratteristiche».
Congresso cittadino del Pd.
«Abbiamo una guida autorevole come l’onorevole Picierno che saprà, sicuramente, accompagnarci in tempi rapidi ad un congresso vero che deve essere, ovviamente, inclusivo e in cui devono trovare spazio tutti coloro che hanno voglia di fare politica a Maddaloni anche se questo vorrà dire arrivare alla conta tra più segretari. Prospettive diverse, quando si punta allo stesso risultato, non ci devono spaventare».
