20:12:19 MARCIANISE. Sindaco Velardi, con poco più di un anno di amministrazione alle spalle si può dire che il suo governo abbia raggiunto, per ‘longevità’ quello dei suoi predecessori. Marcianise ha trovato finalmente la sua stabilità amministrativa?

«L’amministrazione De Angelis è durata davvero poco anche perché, sin da subito si sono presentati dei problemi, quella ancora precedente di Tartaglione ha avuto una vita leggermente più lunga, ma perché il sindaco ha cambiato un numero enorme di assessori. Noi, invece, andiamo avanti così, con questa strada. Io non seguo la liturgia classica della politica. Penso che il mio compito sia quello di amministrare la città e di farlo nel migliore dei modi. I cittadini hanno compreso questa differenza sostanziale rispetto al passato e, oggi, ci stanno dando una mano in quello che stiamo facendo. Ne ho avuto la riprova in occasione del nubifragio di lunedì notte. I marcianisani, in maniera responsabile, ci hanno aiutato a contenere i danni. Mi hanno seguito sul diario, ascoltando tutti i consigli che ho dato loro senza congestionare le linee telefoniche di vigili del fuoco e vigili urbani. Si è sviluppato un senso di comunità straordinario che, da anni mancava. Il diario serale è diventato un momento di incontro e confronto con la città che, finalmente, riesce a comprendere che cosa sta facendo realmente il sindaco. Il diario è diventato un appuntamento talmente importante che, chi arriverà dopo di me sarà costretto a scriverlo... ».

Il suo successore arriverà tra nove anni, tra quattro anni o, addirittura prima...

«La mia amministrazione, lo ribadisco, non nasce secondo le logiche della politica. Ho sentito sciocchezze che io mi starei impegnando per candidarmi alla camera... Guiderò Marcianise sino a quando non avrò costruito una classe dirigente capace di amministrare la città... Oggi non è possibile dire quanto tempo ci vorrà. Certamente, quello che posso dire è che la mia attenzione è rivolta solo a Marcianise».

Uno degli slogan della sua campagna elettorale era “Se ne devono andare”, ma alla fine “se ne sono andati”?

«Certo. Oggi c’è un modello nuovo che governa la città. E’ chiaro, c’è bisogno di un cambio di mentalità da parte dei cittadini che devono capire come il merito e le capacità possano essere più produttivi per tutti della clientela. Se ne sono accorti in comune con i comandi. Ho scelto per curriculum e per capacità e tutti si sono accorti dei benefici che la cosa ha portato».

Ha proposito di personale, uno dei tormentoni delle precedenti amministrazioni era proprio quello della necessità di un organico più funzionale a quelli che sono i compiti del comune.

«Abbiamo restituito entusiasmo al personale che già c’era in organico e, poi, abbiamo utilizzato il sistema dei comandi per colmare alcuni vuoti di organico. Usciti dalla fase di pre-dissesto, ci apprestiamo a bandire concorsi pubblici per nuove assunzioni in Comune. Ricordo che a Marcianise non si fanno concorsi dal 1980. Le persone che sono state assunte con quel concorso sono pure andate in pensione... Abbiamo completato anche la procedura per l’assunzione dei quattro vigili urbani del famoso concorso bandito un po’ di anni fa. In tutte le nostre scelte, comunque, sarà privilegiato solo ed esclusivamente il merito. Nessuno potrà venire a dirmi che l’amico, il cugino, il parente, deve essere assunto. Chi dimostrerà di avere le capacità avrà diritto all’assunzione, senza favoritismi e con criteri lineari e trasparenti comprensibili da tutti».

Prima diceva che lei va avanti con la sua squadra, non pensa ad un rimpasto nemmeno dopo le provinciali?

«E perché dovrei... Non abbiamo alcuna esigenza di cambiare la nostra squadra che funziona benissimo. Le provinciali saranno un gran caos perché è stato fatto credere a tutti i consiglieri candidabili la loro possibile elegibilità. Il processo delle candidature dovrebbe essere governato dai partiti che, però, hanno dimostrato di non essere capaci di farlo e, così, tutti si muovono alla ricerca delle elezione. Per evitare ulteriore confusione avevo chiesto che nelle candidature si privilegiasse una linea di coerenza, impedendo a chi nei comuni si trova all’opposizione di un progetto politico, possa poi, sostenerlo a livello provinciale... Da Marcianise, sicuramente, usciranno un bel po’ di candidature che, comunque, indipentemente dal risultato, non andranno ad alterare quella che è la nostra condotta amministrativa».

Ci sarà l’ampliamento dell’Outlet?

«La proprietà ha spostato questa operazione al prossimo anno. Sul piano amministrativo, il Comune di Marcianise ha provveduto ad adempiere a tutto quanto gli competeva. Il nodo, in questa fase, è rappresentato dalla rete viaria che l’Outlet deve realizzare se vuole procedere all’ampliamento».

L’interporto si può considerare un problema risolto?

«Sull’interporto è doverosa una premessa. Sul piano internazionale tutti si stanno preoccupando di ridurre il costo dei trasporti per essere competitivi sui mercati. A Marcianise c’era una struttura nella quale erano stati spesi dei soldi, ma che stentava a decollare a causa dell’assenza di una visione complessiva più ampia da parte dell’impresa e, a causa di una politica che non ha mai puntato sull’interporto come strumento di crescita del territorio. Noi che cosa abbiamo fatto, abbiamo concesso l’area al privato, abbiamo ottenuto un investimento da ventuno milioni di euro che porterà a duemilacinquecento assunzioni dirette, abbiamo ottenuto che per queste assunzioni saranno privilegiati i marcianisani grazie ad una clausola scritta, abbiamo azzerato i contenziosi. Credo che si tratti di un’operazione importantissima per la città che chiude la porta alle speculazioni, ma che la apre allo sviluppo del territorio».