Deve smussare ancora qualche angolo il sindaco di Caserta Carlo Marino se vuole contare sull’apporto di tutto il partito nella corsa alla presidenza della Provincia. C’è da sciogliere il nodo di LabDem che non è stato mai particolarmente tenero con il primo cittadino di Caserta. Gli uomini di Lucia Esposito chiedono un riequilibrio all’interno della giunta e del gruppo politico per schierarsi a spada tratta con l’avvocato, magari agevolando l’ingresso del primo dei non eletti Enzo Battarra. Un ragionamento quello del rimpasto che investe anche Partito socialista e Centro democratico. Giovanni Zannini ha vincolato il sostegno a Marino all’ingresso di Camillo Federico in consiglio comunale. Questa cosa è possibile solo se uno tra Massimo Russo, determinatissimo a candidarsi alla Provincia, Dora Esposito ed Antonio Di Lella vengono nominati assessore. Attualmente i tre sono in quota socialista che, quindi, andrebbe a prendere la seconda casella in giunta. Tutto semplice. Neanche per idea. Se effettivamente il rimpasto si deve chiudere prima delle provinciali, il termine ultimo per completare le operazioni è il 7 settembre, cioè 35 giorni prima del voto. In base alla Delrio, infatti, la platea che può partecipare al voto è quella rappresentata dagli amministratori in carica al trentacinquesimo giorno prima del voto. Questo cosa significa?

Se Marino dovesse accontentare Cd cambiando l’esecutivo prima del voto di ottobre, ma dopo il sette settembre, la lista unica Psi-Centro democratico perderebbe un voto di prima fascia perché l’eletto che entra in giunta decade come consigliere e, quindi, non può votare, mentre il subentrante Federico non è riconosciuto, in termini di legge come elettore. Al primo cittadino e alla sua indubbia esperienza politica il modo per sbloccare tutto.