MADDALONI. E’ successo di tutto al primo consiglio comunale di Maddaloni che, stando così le cose, potrebbe essere anche l’ultimo di questa consiliatura.

Ma cominciamo con la cronaca: completata la convalida degli eletti, il sindaco Andrea De Filippo ha provveduto al giuramento e, successivamente, a tenere il suo discorso con le linee programmatiche. De Filippo ha sottolineato di non aver presentato la prima giunta per portare avanti il dialogo con le altre forze che compongono il consiglio comunale e costruire un governo che possa includere tutti. «C’è bisogno dell’impegno di tutti per superare le tante emergenze e le tante criticità che vive la città – ha spiegato – per questo mi appello singolarmente al senso politico di tutti gli eletti per cercare di aiutare la città di Maddaloni». De Filippo per fotografare la situazione di disagio che si vive in questo momento in città usa un’immagine dello scrittore Marcello D’Orta. «Come diceva D’Orta questo è un Comune scarrupato – ha spiegato – ed è da qui che dobbiamo ripartire per offrire servizi efficienti per la collettività. Dobbiamo registrare la macchina amministrativa, perché al di la della buona volontà dei singoli, non riusciamo a rispondere al fabbisogno della città». De Filippo ringrazia poi i suoi interlocutori Razzano, Bove e Carfora per non aver mai tentato di intavolare alcun discorso di ordine strumentale. Al segnale di apertura di De Filippo ha fatto seguito quello di chiusura di Razzano che ha preso la parola in nome e per conto della coalizione di centrosinistra. Razzano ha preso le mosse dal ricorso presentato dalla coalizione di De Filippo contro l’assegnazione del premio di maggioranza alla sua squadra. «Questa città non può essere governata da chi tenta di sovvertire l’esito delle urne con i ricorsi. E’ per questo che abbandoniamo l’aula». L’invito di Razzano è stato seguito dagli altri dodici consiglieri comunali che hanno sottoscritto il documento prima della diretta streaming del confronto tra i quattro candidati a sindaco. Solo Filippo Iacobelli ha scelto di restare coerente all’impegno assunto con De Filippo. In aula sono rimasti anche i due consiglieri del Patto per Maddaloni Bove e Benenati e il pentastellato Carfora. I tredici sono pronti a rassegnare le dimissioni dal notaio. Quando sono usciti dall’aula della biblioteca i tredici sono stati pesantemente contestati dal pubblico che ha urlato contro di loro «vergogna», «vergogna».