Cinque anni di proroga a tutti gli impianti estrattivi, due a quelli che si trovano nell’area del policlinico dove, comunque, per continuare ad estrarre, bisognerà rispettare un disciplinare rigidissimo: sono queste le risultanze del consiglio regionale di quest’oggi che ha licenziato la proposta del presidente Vincenzo De Luca.

Ma come si è comportata la delegazione casertana? Il presidente del Pd Stefano Graziano si è astenuto, Alfonso Piscitelli ha votato a favore, Luigi Bosco, Giovanni Zannini e Massimo Grimaldi erano assenti, mentre Gianpiero Zinzi e Gennaro Oliviero hanno votato contro. Particolarmente significativa la posizione del sessano, presidente della commissione ambiente, che da anni conduce una battaglia sulla chiusura delle cave. “Voglio ribadire che il primario e unico obiettivo del mio mandato, è costituito dal tutelare il territorio casertano - le parole d’esordio del Presidente, PD, Commissione Ambiente, in Consiglio regionale della Campania, Gennaro Oliviero, che spiega i motivi per cui ha espresso voto contrario al Disegno di Legge sulle cave, proposto dalla Giunta. Quanto affermo viene comprovato dai numeri: in Terra di Lavoro, sono presenti ben 442 cave che interessano 75 comuni su 104. Un dato da primato regionale nel settore. Infatti - continua - contribuiamo ad 1/3 del fabbisogno campano, con la presenza di oltre il 40% di tutte le attività. Se questi primi fatti non bastassero, si tenga conto che delle 691 complessive, abbandonate e prive di obblighi per gli ex gestori, quasi 300 si trovano nella provincia di Caserta e di queste, 176 sono situate in quelle che il Piano Regionale Attività Estrattive individua come Aree di Crisi e 69 in Zone Altamente Critiche. È venuta a mancare l’eco-sostenibilità, a causa dall’elevata concentrazione di siti attivi in ambito ristretto, oltre la loro prossimità a centri abitati e zone vincolate. L’impatto percettivo - aggiunge Oliviero - le alterazioni fortemente destrutturate e degradate, sono visibili anche da lunga distanza, nonostante la compresenza di elementi di particolare pregio visivo. Si è contribuito a creare un panorama lunare, senza che fosse effettuato alcun controllo. Un devastante scempio, a scapito del patrimonio paesaggistico. Terra di Lavoro per decenni, è stata vessata da un quadro normativo incerto, senza alcuna previsione della contestuale ricomposizione ambientale.

Il PRAE, entrato in vigore nel giugno 2006 - seguita - ha mostrato molteplici contraddizioni che prestano il fianco a diverse interpretazioni, rivelandosi strumento inidoneo a tutelare Caserta, martoriata dalla incessante e illegale attività dei cavaioli. Incoerenze emblematiche, sono date dalla possibilità di riclassificare, diversamente, aree di cava, nonostante ricadano nello stesso spazio. Inoltre, vengono concessi margini di ampliamento a siti, ricadenti in aree di crisi, oltre a prevedere la possibilità di poter estrarre nelle aree di riserva che non devono essere suscettibili di nuove attività. A causa di questo desolante scenario - conclude Gennaro Oliviero - anche se animato da buone intenzioni, non posso assolutamente esprimere parere favorevole al Disegno di Legge in questione, che trascura il disastro subito, incolpevolmente, dalla mia provincia.

Terra di Lavoro, il suo territorio, il suo paesaggio e i suoi cittadini… hanno già dato!». Netta anche la posizione di Gianpiero Zinzi di Forza Italia. «In una regione dove le emergenze ambientali sono all’ordine del giorno è gravissimo che si pensi di poter votare una proroga dell’attività estrattiva – ha spiegato – il decreto legge andava ritirato per dare spazio ad un’azione di risanamento ambientale». Dal gruppo azzurro arriva anche una lettura politica del voto. «Il dato politico del voto sul disegno di legge regionale sulla proroga dell’attività estrattiva nelle cave in Campania è chiaro: la maggioranza del presidente De Luca comincia a vacillare». Così i consiglieri regionali campani di Forza Italia commentando il voto contrario del Presidente della Commissione Ambiente Gennaro Oliviero (PD) e di altri esponenti della maggioranza al disegno di legge «Disposizioni sui tempi per gli interventi di riqualificazione ambientale delle cave ricadenti in aree ed in Zone Altamente Critiche (ZAC) e per le cave abbandonate del Piano Regionale delle Attività Estrattive». La questione cave ha tenuto banco per l’intera giornata a Caserta, dal momento che in mattinata si è celebrato il consiglio comunale sull’argomento che ha approvato un ordine del giorno d’indirizzo con il quale si chiedeva alla Regione di non ratificare il piano. Il voto dell’ordine del giorno passato all’unanimità dei presenti è stato, però indicativo su come si sarebbero messe di li a poco le cose a Napoli. Erano, infatti, assenti sia i consiglieri di riferimento di Piscitelli che quelli di Bosco. «Con l’approvazione in Consiglio regionale del disegno di legge sulle Cave il centrosinistra casertano oggi ha scritto una brutta pagina per la nostra Città, consentendo di fatto di prorogare l’attività estrattiva nelle cave che insistono nella nostra provincia. Al rammarico per l’ennesimo attacco ambientale al nostro territorio, si aggiunge la presa d’atto dell’inconsistenza politica dell’Amministrazione Marino che ha dimostrato di non avere alcun feeling con i propri referenti politici regionali che hanno letteralmente snobbato l’ordine del giorno approvato dal Consiglio comunale di Caserta. Alla faccia della filiera istituzionale». Lo ha dichiarato il capogruppo Nicola Garofalo, a nome dell’intero gruppo consiliare di Fi Caserta, composto da Alessio Dello Stritto ed Emilianna Credentino.