CASERTA. Un pasticcio amministrativo, un disegno ben preciso: difficile adire quale sia la verità, certo è che sullo sfondo di lavori non svolti, universiadi e cantieri che si stanno per aprire ci sono un paio di certezze dalle quali si deve partire per capire cosa sta succedendo o, meglio, cosa potrebbe succedere allo stadio del nuoto.

Partiamo dal discorso delle società. I contratti quadriennali che la Provincia (l’Agis) sottoscrive per l’affidamento della gestione delle corsie sono scaduti lo scorso 30 giugno e non sono stati rinnovati. Oggi ci sono ventiquattro società che, nei fatti, sono state messe alla porta e, per le quali, il futuro è tuttaltro che chiaro, dal momento che non è stato mosso un dito per provvedere alla stipula di nuove convenzioni o alla proroga delle precedenti.

Capitolo lavori.

Nella prossima settimana, la struttura di via Laviano dovrebbe chiudere perché scadono i centottanta giorni dati dai vigili del fuoco per consentire a chi gestisce la piscina di effettuare dei lavori di messa in sicurezza che permettono all’impianto di essere agibile.

Non si trattava di lavori onerosissimi, bensì della sostituzione di un paio di vetrate, di un maniglione antipanico e di qualche altro piccolo intervento che euro più euro meno, sarebbe costato circa quindicimila euro alla piscina.

Non si tratta di una somma proibitiva tenuto conto che mensilmente lo stadio del nuoto incassa la bellezza di novantamila euro e che il suo bilancio non va in quello della Provincia, ma in quello dell’Agis, l’agenzia che gestisce gli impianti sportivi per conto dell’ente di corso Trieste.

A questi lavori, si uniscono quelli che devono essere effettuati per le universiadi di cui ancora nulla o quasi si sa.

Preoccupato per la situazione è il consigliere comunale di Caserta di Città futura Enzo Bove.

«Questa vicenda al di la di responsabilità e competenze evidenzia due elementi che sono particolarmente critici quando ci si trova di fronte alla pubblica amministrazione - ha spiegato - da un lato la poca trasparenza, dall’altro l’assenza di programmazione. E’ gravissimo che una struttura del genere corra il rischio di rimanere chiusa per un imprecisato periodo, perché, al di la dell’aspetto strettamente sportivo, offre un servizio importante per i diversamente abili, dal momento che è l’unico impianto a consentire loro la discesa in acqua».