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AVERSA. Non si placano le polemiche all’interno del centrodestra normanno dopo la nomina della nuova giunta. Durissimo è Gianpaolo Dello Vicarico, ex candidato sindaco di Forza Italia, e figura storica del centrodestra normanno. «Sono dovuto recarmi al comune per capire chi erano alcuni dei nuovi membri dell'esecutivo cittadino e quali deleghe gli erano state assegnate.

Il sindaco è stato capace di creare una giunta che niente a che fare con la politica, almeno quella sbandierata in campagna elettorale. La città e' ostaggio dei singoli consiglieri e di vecchi padrini. Il primo cittadino Enrico de Cristoforo ed il coordinamento del partito che lo sostiene, Forza Italia, ossia il figlio Orlando de Cristoforo, hanno determinato una maggioranza a trazione centro sinistra. In giunta è subentrato il candidato escluso alle primarie Pd, tesserato dello stesso partito fino ad un minuto prima, sponsorizzato da una vecchia e mai tramontata gloria, già candidato a Sindaco del centrosinistra, poi un assessore espressione del consigliere di riferimento di un europarlamentare PD, ed ancora un assessore di riferimento Capasso, uomo di punta ad Aversa del consigliere regionale Bosco. Scelte incomprensibili dettate da quale necessità? – spiega Dello Vicario - Suggerite e sostenute da chi? Dato che a breve ci saranno le elezioni politiche, i partiti a livello nazionale regionale e provinciale metteranno fine a questo incomprensibile groviglio? In altri tempi si sarebbe gridato per molto meno allo scandalo!! Dopo un anno di amministrazione fallimentare si evidenzia esclusivamente un trasformismo misto (destra e sinistra) con fame atavica di poltrone. In merito poi all'ordine del giorno dell'ultimo consiglio ed in particolare sulla mancata costituzione di parte civile nel processo ''The Queen'' e alla ribalta mediatica nazionale

della protesta del consigliere, On Santulli, emerge un quadro preoccupante in cui la maggioranza continua a calpestare i diritti della minoranza consiliare nonché i principi basilari di trasparenza e legalità. Dopo la ritirata strategica (fuga indecorosa) al penultimo consiglio e la strumentale eccezione sollevata da un consigliere all'ultimo, la domanda sorge spontanea: quale timore spinge la maggioranza ad evitare la revoca di quella delibera imbarazzante, unica in Italia, di non costituzione di parte civile? Non voglio immaginare (non lo auspico) cosa potrebbe accadere se dall’inchiesta del processo che vede coinvolto il Sindaco l'immagine della nostra città venisse nuovamente travolta negativamente, e chi guida questa amministrazione, e chi la sostiene, ha fatto di tutto per non tutelarla». Un’altra spallata arriva da Nico Nobis e da Noi Aversani che sottolineano come sia stato incomprensibile il comportamento del primo cittadino. «Abbiamo il dovere di rispondere a quanti continuano a mistificare la realtà per cercare di spiegare alla città come il nostro gruppo possa essere fuori dall'esecutivo e sia uscito dalla maggioranza. Consiglieri di maggioranza dicono che in politica ognuno puó dire ció che vuole ma "CI SONO DEI FATTI CHE NON HANNO BISOGNO DI INTERPRETAZIONE". Ebbene gli stessi hanno parzialmente ragione, in primo luogo perchè non è vero che ognuno puó dire ció che vuole, perchè bisognerebbe dire la verità al popolo, ed in secondo luogo è vero che ci sono fatti che non hanno bisogno di interpretazione, ed è da questi fatti che noi partiamo per smentire le chiacchiere e le falsità! – spiega Nobis - Non ci siamo nascosti quando abbiamo appreso dai giornali che si snaturava la Coalizione civica che ci aveva portato alla vittoria elettorale e non abbiamo nascosto al sindaco i dubbi circa l'apertura alle minoranze in quanto proprio la larga vittoria ci dava modo di lavorare al meglio delle nostre possibilità per portare avanti il programma elettorale. I fatti veri, quelli che non hanno bisogno di interpretazione sono altri!  1) Ovvero, se avessimo davvero voluto far cadere il sindaco, durante l'assenza forzata dello stesso per le note vicissitudini, avremmo potuto con le sole dimissioni della vicesindaco Turco mandare a casa questa amministrazione, ma non l'abbiamo fatto, rispettando quel triste momento e dando il massimo rigore all'azione amministrativa.

  1. Se avessimo voluto mandare a casa il sindaco così come è stato detto con un golpe, avremmo almeno, come fatto da tutti i membri della minoranza, sottoscritto la sfiducia al presidente del consiglio e l'esposto alla Procura della Repubblica che tutti loro hanno predisposto, ma non abbiamo fatto nemmeno questo!
  2. Noi aversani è gruppo politicamente appetibile perché, al minimo sentore di frattura, non si scomodassero dalla regione, consiglieri di destra e di sinistra, per venire a parlarci, ai quali non potevamo non aprire le porte della nostra segreteria nel rispetto dei loro ruoli, ma che abbiamo ringraziato tutti, per la considerazione mostrataci, senza aver ceduto a nessuna pressione, dimostrando invece quanto proprio la minoranza non fosse compatta nella propria azione, pronta solo ad approfittare del momento giusto per buttarsi in maggioranza contrariamente al volere degli elettori! Noi siamo sempre disposti ad interloquire con tutti, ma le poi scelte siamo in grado di farle autonomamente, ed è inutile continuare a distorcere la realtà. 
  3. Il nostro non voler interloquire inizialmente dopo l'azzeramento della giunta, è stato determinato proprio da questa metamorfosi del dato elettorale che si stava palesando, di cui non eravamo stati informati se non a mezzo stampa, nè accondiscendenti. Era nostra intenzione sempre ragionare ed interloquire con il sindaco per il bene della città, in quanto lo spettro del commissariamento era da scongiurare. Ma non ci è stata data più l'opportunità, essendosi ormai scelta altra strada che fosse distante dalla volontà degli elettori che ci ha premiati con ben 3000 voti di lista, forse perché pur allineandoci quasi sempre alle linee della maggioranza, abbiamo manifestato le nostre idee quando non eravamo pienamente d'accordo sulle scelte, a differenza di quanti aderiscono alle stesse senza mai profferire parola, ed allora abbiamo rinunciato a tutte le poltrone a prescindere, perchè se non si riesce a trovare armonia nei programmi inutile avere scranni di facciata.  Non accettiamo, dunque, lezioni di gusto, stile o altro, nessun golpe fallito ci puó essere addebitato, i fatti danno piena prova della nostra coerenza e del nostro operato, per cui ribadiamo con vigore che queste distorsioni della realtà fanno male alla politica, facendola apparire solo un mercimonio che non tiene in alcuna considerazione il popolo e la città».

 

  

                                   

 


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