DI LORENZO 10. Era tutt’altro che il favorito a Piedimonte Matese, ma ha saputo dimostrare di avere programmi, squadra e, soprattutto numeri. La sua è stata una vittoria rotonda figlia della stima che i cittadini gli hanno attribuito per la sua capacità di scendere tra la gente e affrontare i problemi.
PACIFICO 10. Anche in questo caso, i favori del pronostico dicevano altro e, invece, il medico ha avuto la capacità di chiudere la partita al primo turno, nonostante si trovasse contro una coalizione con Pd e Forza Italia assieme. Non è che lui non abbia un po’ tutto nel suo team, ma il risultato non si discute.
BOVE 10. Tremila voti e rotti come sindaco, oltre mille voti in più rispetto alla lista, una squadra compatta che lo segue in maniera quasi votiva che può solo crescere. E’, sicuramente, lui il vincitore morale delle comunali a Maddaloni. In parecchi oggi si stanno mangiano le mani per non aver creduto in lui.
PORFIDIA 10. Una campagna elettorale quasi in sordina, un profilo, sicuramente, meno esuberante rispetto a quello dei suoi avversari, eppure è riuscito a vincere imponendo un bel distacco ai suoi avversari. E’ proprio vero, a Recale quando c’è un Porfidia i cittadini non sanno resistere...
GENNARO AVETA 10. In una fase storica in cui la ricerca spasmodica del consenso è diventata un’ossessione, lui sbaraglia tutti e dimostra con i fatti come per essere eletti non occorrono necessariamente messi di voti. Gli è bastato un solo voto per diventare consigliere comunale a Liberi. Complimenti.
GIUSEPPE OLIVIERO 10. Ha vinto le comunali a Portico di Caserta, e non era affatto scontato. Le ha vinte contro il Partito democratico pur essendo un esponente renziano se non altro per questioni familiari... Ora gli spetta il difficile compito di amministrare un comune che arriva da un anno di commissariamento.
SANTILLO 9. Quasi seicento voti di preferenza per l’ex sindaco di San Potito Sannitico che è tra i protagonisti della vittoria di Luigi Di Lorenzo a Piedimonte Matese. Il povero Carlo Grillo se ne dovrà fare una ragione: Santillo e il suo sigaro gireranno quotidianamente nelle stanze del Comune.
REITANO 9. Il fatto di essere figlio d’arte l’ha sicuramente aiutato, ma raccogliere tutti quei voti ad appena diciotto anni è, comunque, un dato da non sottovalutare. Il giovane Reitano ha una strada spianata di fronte a se, ora spetta a lui sapersi far valere nel prossimo consiglio comunale.
CAMPOLATTANO 9. Non si può dire che sia uno di quelli che si è preparato la candidatura, come si dice in gergo, eppure, a Maddaloni è riuscito ad essere il primo degli eletti sbaragliando tantissimi concorrenti accreditati. Circa 850 preferenze sono un tesoretto vero e proprio per il Pd.
SANTANGELO 8. Non ha ostacolato il Pd nella formazione della lista, confermandosi, a pieno, un suo dirigente, e, nel contempo ha organizzato una lista, Calatia libera, che ha raccolto oltre millecinquecento preferenze posizionandosi al terzo posto all’interno della coalizione di Razzano.
MARCUCCI 8. Se non si può definire una sorpresa la sua vittoria, certamente, si può considerare un grande risultato dal momento che non era affatto semplice vincere contro Massimo Ponticorvo. Il nuovo sindaco di Alvignano ora dovrà dimostrare con i fatti quello che può dare al paese.
GAETANO ESPOSITO 8. E’ stato un vero e proprio jolly in questa campagna elettorale a Maddaloni, mettendo a disposizione del candidato sindaco Razzano la sua esperienza e il suo impegno accompagnandolo in iniziative politiche, rintuzzando gli attacchi degli avversari e facendo voti.
ZANNINI 8. Scrivi Pacifico, ma leggi Zannini. Nella vittoria del medico a Mondragone, c’è sicuramente molto, moltissimo, del consigliere regionale tanto da meritarsi un dieci e lode. Quei 21 voti di Martellone a Recale, però ci costringono ad abbassargli il voto. Troppo pochi per un segretario cittadino.
STRAVINO 8. Ha lavorato alla formazione di una lista, Maddaloni libera, che è riuscita ad eleggere un consigliere comunale. Ha collaborato con Andrea De Filippo in tutta la campagna elettorale, seguendo gli aspetti più disparati. Archiviata la fase del voto, si è rimesso subito al lavoro per il ballottaggio.
CENNAMI 6. 361 voti non sono pochi per carità, ma dall’ex sindaco di Mondragone, ci si aspettava quel qualcosina in più indispensabile a Giovanni Schiappa per non essere battuto già al primo turno. La questione simbolo e, il fatto di sostenere un uomo di Fi hanno contribuito a non fargli fare il solito pieno di voti.
SARRO 5,5. E’ la media tra il 7 pieno che merita per il lavoro fatto con Zinzi che ha portato Forza Italia a recuperare tradizioni più consone alla sua tradizione, e il 4 per la sconfitta nella sua Piedimonte Matese per mano di un suo ex fedelissimo come il neo sindaco Di Lorenzo.
D’ALESSANDRO 5. Dall’assessore uscente ai lavori pubblici ci si aspettava qualcosina in più in questa tornata amministrativa a Maddaloni in termini elettorali. I suoi sessantaquattro voti in Forza Italia sono davvero pochini per uno che avrebbe dovuto trainare la lista azzurra.
MIRABELLI 5. Il senatore non è riuscito ancora una volta a sanare le spaccature. A Piedimonte il Pd si è diviso nelle tre liste, a Portico di Caserta ha presentato due candidati, a Mondragone è andato senza simbolo... La sua presenza serviva proprio per arginare tutte queste frizioni.
SALVINI 4. Complimentarsi a livello nazionale per il risultato della lista della Lega a Mondragone vuol dire tentare di prendere in giro gli italiani che non andranno mai a controllare che il suo schieramento nella cittadina del litorale è andata lontanissima dall’elezione del consigliere comunale.
GLI ELETTORI FOTOGRAFI 0. In un’elezione in cui il tormentone è stato il rispetto delle regole e della legalità, dove l’obiettivo di tutti era presentare una proposta di rinnovamento, vedere che ci sono ancora persone che hanno l’esigenza di dimostrare per chi hanno votato è mortificante per il territorio.
