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SAN PRISCO. Dopo il terremoto politico che ha portato al ribaltone, il sindaco di San Prisco Domenico D’Angelo e i consiglieri di ‘LeAli’ rompono il silenzio e diffondono un manifesto dal titolo ‘Le ragioni di una scelta: l’amore per la nostra città’.

«All’indomani – si legge – della larga vittoria elettorale del 5 giugno, si erano venute a creare tutte le condizioni per una buona e duratura amministrazione che potesse finalmente risollevare le sorti della nostra amata San Prisco.

Già da subito, però, si evidenziavano problematiche originate da dinamiche interne che non consentivano di operare con tranquillità e solerzia, dovute ad accesso di protagonismo da parte di taluni, mancanza di rispetto, nonché da reiterate assenze in giunta da parte di alcuni assessori, che provocavano rallentamenti all’azione amministrativa. Insomma, gli ex ‘Bene Comune’ anziché sentirsi parte di un unico gruppo e collaborare condividendo la gestione amministrativa con il sindaco e l’intera maggioranza preferivano, sin da primi giorni, rimanere collocati solo ed esclusivamente a fianco del loro coordinatore politico.

Basta pensare che, in occasione de ‘La Notte di Diana’, dove la gestione dell’iter amministrativo inerente delibere, contributi, ecc, era stata assolta dall’intera maggioranza, il dettaglio degli eventi veniva stabilito soltanto da loro, mortificando il concetto di condivisione nelle decisioni.

Che dire poi della diatriba inscenata per i lavori della giunta comunale, per i quali lamentavano di non ricevere le proposte in anticipo. Proposte che vengono prodotte, salvo sporadici casi, dal segretario e dai dirigenti comunali e non dal sindaco e dagli altri assessori così come si vorrebbe far intendere.

E allora viene da chiedersi, perché le proposte le reclamavano in anticipo, quando le stesse vengono depositate in segreteria e liberamente consultabili dagli assessori, figuriamoci dal vicesindaco? Perché, invece, il sindaco e gli altri assessori le consultavano in Comune? Perché non esaminarle unitamente al sindaco e agli altri assessori? Evidentemente non volevano condividere le scelte all’interno della maggioranza, ma in altre sedi.

Ancora, che dire della telenovela delle dimissioni dell’assessore della sola delega all’Ambiente, dimissioni respinte dal sindaco così come si era condiviso in maggioranza, pur seguitando l’ex assessora ad affermare che dal mese di dicembre non aveva più la delega, mentre prendeva parte all’incontro con altri gruppi politici per il progetto delle compostiere.

Che dire poi dei famosi progetti reclamizzati in ogni luogo, che erano difficilmente realizzabili in quanto richiedevano l’affidamento di incarichi esterni con conseguente esborso di denaro pubblico.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso, paralizzando la gestione amministrativa, è avvenuta con l’ultimo esodo di ‘Campania libera’. Da quel momento in poi, hanno chiesto in rapida successione: la delega all’Urbanistica, l’istituzione dell’area Urbanistica e a tal proposito, appare utile ricordare che il commissario prefettizio, con proprio atto, aveva operato una rimodulazione delle aree dirigenziali riducendole da 7 a 5. La richiesta del coordinatore di ‘Campania libera’ e dei consiglieri tendeva quindi ad aumentare a 6 le aree dirigenziali, vanificando in tal modo ogni sforzo teso ad un risparmio economico per l’Ente. Infine, non si presentavano alla riunione di maggioranza dell’8 maggio 2017 senza neanche avvisare il sindaco e gli altri consiglieri che stano aspettando in Comune.

Anche in questo caso, il loro coordinatore cittadino ha inoltrato all’utenza del sindaco il solito messaggino (come nell’occasione della mancata partecipazione al consiglio comunale) ove sostanzialmente annunciava che i consiglieri di ‘Campania libera’ non si sarebbero presentati in attesa di una risoluzione positiva della questione ‘delega urbanistica o sdoppiamento area tecnica’ e qualora il sindaco riteneva opportuno, poteva fissare un apposito incontro a cui oltre a lui (il sindaco) quale garante dell’intera maggioranza, potevano partecipare solo due esponenti per gruppo.

Si prendeva atto, quindi, che mentre il popolo aveva eletto Domenico D’Angelo sindaco, improvvidamente il coordinatore e i cinque consiglieri di ‘Campania libera’ si collocavano al di sopra del sindaco, al quale addirittura incredibilmente intendevano impartire ordini.

Appare indiscutibile a tutti che la maggioranza è finita in quel momento non per volontà del sindaco o dei consiglieri del gruppo ‘LeAli’. Quello che è avvenuto dopo non è stato altro che la logica conseguenza della loro condotta, atteso che era impossibile piegarsi alle loro pretese.

Con profondo rammarico il sindaco non restava altro che assumere il drastico provvedimento di azzeramento della giunta e, conseguentemente, di rinominare un nuovo esecutivo allargandolo a tutte le forze politiche presenti in consiglio, solo ed esclusivamente per amore della nostra città, assumendo tutti i gruppi un impegno condiviso rispetto ad un preciso percorso politico-amministrativo da portare a compimento nei prossimi 4 anni.

Organi di informazione raccontano in questi giorni che qualcuno era fortemente impegnato a programmare la caduta dell’amministrazione e a rientrare in ‘pompa magna’ al vertice della politica locale. Se la notizia fosse vera, sarebbe questo il vero tradimento in danno dei numerosi elettori che avevano fortemente creduto in un progetto comune.

Il sindaco ringrazia sin d’ora le forze politiche che hanno condiviso il nuovo progetto, con la certezza che i risultati non tarderanno ad arrivare per il rilancio della nostra città»


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