MADDALONI. E’ giunta al termine la campagna elettorale di Maddaloni. Dopo la giornata di silenzio prevista per domani, nel corso della quale i candidati noon potranno fare propaganda, domenica, finalmente si apriranno le urne.

E’ possibile votare dalle 7 alle 23 nelle trentacinque sezioni in cui è diviso il Comune di Maddaloni.

L’ufficio elettorale del Comune di Maddaloni, così come accade in tutte le tornate, resterà aperto per tutta la durata delle operazioni di voto per permettere a coloro che hanno smarrito la tessera elettorale di averne un’altra in modo da poter esercitare il diritto di scelta.

I Maddalonesi possono scegliere tra quattro candidati Luigi Bove, Giulio Carfora, Andrea De Filippo e Giuseppe Razzano che si confronteranno per cercare di conquistare la fascia tricolore.

Nel caso in cui nessuno dei quattro contendenti dovesse superare il 50% al termine dello scrutinio di domenica, i voti si cominceranno a contare alla chiusura dei seggi, si ricorrerà ad un turno di ballottaggio il 26 giugno. In quel caso, il candidato che avrà raccolto il maggior numero di voti sarà il nuovo sindaco di Maddaloni.

Ma quanti voti servono per vincere in prima battuta le comunali a Maddaloni.

Quattro anni fa, alle urne andarono circa ventiquattromila persone. Tenuto conto che si dovrebbe registrare un leggero calo di votanti rispetto alla volta scorsa stando alla media delle ultime elezioni, il numero dei votanti dovrebbe, presumibilmente scendere a ventitremila persone. Per questa ragione, per chiudere la partita al primo turno, bisognerà toccare quota undicimila cinquecento. Ma quanti voti servono per eleggere un consigliere comunale? Nella coalizione vincente, dovrebbero bastare intorno ai settecento voti di lista, più o meno quanti ne sono serviti quattro anni fa al Movimento popolare per permettere al suo primo degli eletti Franco Merola di accomodarsi in consiglio comunale.

La cifra sale sensibilmente, se, invece, il dato fa riferimento alle coalizioni perdenti.

Per entrare in consiglio comunale la lista deve toccare quanto meno le milletrecento preferenze.

Per ora, i candidati, ai calcoli e alle statistiche preferiscono il contatto con gli elettori per cercare di strappare il loro consenso e raggiungere l’obiettivo che si sono prefissati di essere sindaci o di entrare a far parte del consiglio comunale.