CASERTA. Dottore Spirito a leggere le cifre del Comune di Caserta, sembra che si è piombati in un nuovo dissesto: -41 milioni sono un cifra da capogiro...
«Non c’è alcun nuovo dissesto. Le condizioni delle casse del Comune, in questo momento, si possono considerare floridissime, solo rispetto a quando ero io l’assessore al Bilancio, l’ente risparmia circa nove milioni di euro tra spese di personale, 7 milioni,, e costi del tribunale, 2 milioni. Basterebbe una semplice pulizia dei residui per sgonfiare la cifra».
Sia più chiaro?
«Si può dire che oggi il più grande creditore sia il signor “diversi” viste le cifre scritte sotto il suo nome in bilancio... Il principio di un bilancio è quello di registrare da una parte le entrate e dall’altra le uscite in maniera certa. In altre parole, il Comune di Caserta deve sapere a chi deve dei soldi e da chi li deve avere... Il fatto che ci sia ancora una voce superiore a quindici milioni di euro destinata a “diversi” significa che si tratta di somme che possono essere cancellate tranquillamente con un’operazione simile a quella che feci io quando ci fu la dichiarazione di dissesto».
Se si tratta di somme che possono essere cancellate, perché tenerle iscritte in bilancio?
«Per un artifizio contabile... Essendo iscritte in bilancio, possono essere utilizzate nei bilanci successivi per altre voci, operazione che negli anni è stata fatta notevolmente».
A suo giudizio, cosa dovrebbero aspettarsi i casertani per il prossimo futuro?
«Caserta potrebbe addirittura diventare una città virtuosa se venissero adottate scelte nette su Publiservizi/Publiparking e sui rifiuti. Chiaramente è necessario che non si ripropongano quelli che sono gli errori del passato, reintroducendo pratiche che sotto la mia gestione sono state abbolite».
Andiamo con ordine, partiamo da Publiservizi e rifiuti?
«Per quello che riguarda Publiservizi/publiparking, andando a rinegoziare la gara, la situazione per le casse comunali, si può dire in miglioramento. Il grande problema resta quello dei rifiuti, dal momento che, annualmente, genera un passivo di circa otto nove milioni di euro. Il costo del servizio è di ventidue milioni di euro e, pertanto, emettiamo tasse per ventidue milioni di euro. Il problema, però, è che di questa somma tra l’anno corrente e il recupero dell’anno precedente, riusciamo ad incassare circa tredici milioni di euro, con un debito consolidato di nove milioni di euro. Il Comune, se vuole guardare con serenità al futuro, deve ridurre questo buco, portandolo almeno intorno ai tre milioni».
A cosa si riferisce, invece, quando parla degli errori del passato?
«Partiamo da un concetto, Caserta ha già pianto. Durante il mio mandato, ho gettato le condizioni affinché chi governerà dopo di me, può farlo senza doversi affannare, così come abbiamo fatto noi, ma, è chiaro, che tutti devono capire una cosa: i tempi sono cambiati. Non ci troviamo più in quegli anni dove, alla fine di tutto pagava Pantalone, cioé lo Stato... Quello che è successo a Caserta e quello che sta succedendo alla Provincia ci dimostra come oggi un amministratore debba stare attento anche a spendere cento euro... Fatta questa doverosa premessa, veniamo ai fatti. In questo primo scorcio di mandato, sono state fatte delle scelte assurde come la rinegoziazione dei mutui. Il Comune di Caserta, per sbloccare circa seicentomila euro all’anno, si trova a spendere ulteriori un milione settecentomila euro che graveranno sulle generazioni future. Se si continua così, se si effettuano scelte senza pensare a chi viene dopo, Caserta non salderà mai il suo debito. E’ normale che la cassa depositi e prestiti proponga di prolungare il debito, visto che ogi nessun ente ne contrae di nuovi. Personalmente, io non avrei acceduto nemmeno al fondo di rotazione. Di cosa ha bisogno il Comune dei soldi? Per averli sul conto? Ormai creditori non ce ne sono più... le fatture si pagano a sessanta e novanta giorni: i versamenti sono quasi correnti... E, poi, di nuovo le entrate gonfiate... Cosa è cambiato rispetto allo scorso anno per iscrivere seicentomila euro in più di Tasi?».
Tra tutte queste cose, qual è quella che proprio non le va giù e che ritiene pericolosa per il futuro delle nostre finanze?
«Sicuramente la rinegoziazione dei mutui. Quando ero assessore, nei giorni neri, sono riuscito ad estinguere mutui per settecentomila euro... Oggi, invece, contraiamo nuovi debiti. Durante l’amministrazione Petteruti, dai banchi dell’opposizione, convinsi tutti a non rinegoziare i mutui stoppando in consiglio la proposta dell’assessore Marrone. Speriamo che oggi possa succedere lo stesso... ».
Sul piano politico, invece, cosa sta facendo Nello Spirito?
«Sto seguendo la città e le scelte che vengono operate dall’amministrazione soprattutto in materia finanziaria, sia per la passione personale sia perché viene richiesto il mio aiuto dai consiglieri attualmente in carica. Sanno tutti che sono amico di Raffaele Fitto e, con lui, sto seguendo il progetto di formazione di Direzione Italia. Il 17 giugno avremo il congresso nazionale e vediamo quale sarà il ruolo che, poi, mi sarà attribuito. Sicuramente, comunque, nel 2018 io voterò per Fitto».