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Sotto ordine del re di Napoli Carlo di Borbone, nel 1751 iniziarono i lavori per la Reggia di Caserta che oggi è la residenza reale più grande al mondo.

Il sovrano, rimasto affascinato dalla bellezza del territorio casertano, volle per sé un palazzo che non potesse sfigurare neanche se messo a confronto con la reggia di Versailles, considerata al tempo il più bel palazzo per maestosità e dimensioni. Ai giorni nostri questa splendida opera architettonica, con le sue stanze e i suoi immensi giardini, fa parte a pieno titolo dell'UNESCO come patrimonio dell'umanità e di tanto in tanto si “veste” di quadri e sculture ospitando mostre ed eventi.

Dal 4 maggio fino al 3 giugno sarà possibile partecipare ad una di queste mostre, arricchendo così l'esperienza della propria visita alla corte; si tratta di un'esposizione di 30 opere di José Molina, classe 1965, artista che ama infondere nei suoi lavori quel tocco di originalità generato da una profonda ricerca antropologica e psicologica nei confronti dell'uomo. In ogni suo dipinto si possono leggere le pulsioni della mente, gli istinti presenti all'interno dell'essere umano a prescindere dall'era in cui questo ha vissuto; attraverso un simbolismo molto personale, Molina combina uomini, animali e demoni in dipinti dai soggetti a volte grotteschi eppure pieni di vivida realtà.

Il curatore della mostra, Lorenzo Canova, afferma: “L’artista, come un grande romanziere lavora componendo grandi cicli con una lunga e paziente azione che sembra voler costruire una nuova grande ‘Commedia Umana’ composta da capitoli serrati e analitici che attraversano la metamorfica e sfaccettata natura dell’animo umano, i suoi vizi e le sue virtù, in bilico perenne tra peccato e redenzione, tra misericordia e crudeltà”.

Nei quadri moderni dell'artista spicca la tematica di “peccati e virtù”, rivisitata ovviamente dalla mente di José che ad esempio raffigura il vizio di gola come un uomo intento a divorare un arto o ancora “l'indifferenza” o “l'avidità” che egli annovera tra i nuovi vizi della società odierna. Non ci sono solo quadri tra le trenta opere messe a disposizione del pubblico, sculture e disegni compongono infatti il lavoro di Molina.

“Paesaggio dopo la battaglia”, questo il nome della mostra, rappresenta la visione personalissima dell'artista spagnolo, che dopo aver lasciato il mondo della pubblicità all'età di 35 anni, arriva da Madrid portando con sé un bagaglio di originalità e di milioni di sfaccettature da ricercare e intravedere, più o meno facilmente, in ogni sua creazione. Questa mostra, che segue la collezione Terrae Motus esposta precedentemente, non fa che sancire il rapporto della Reggia casertana sia con l'arte che con la Spagna, del quale Carlo di Borbone fu sovrano.

      


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