Sabato 28 maggio alle ore 10:30, verrà inaugurata a Capua, nella zona longobarda, la terza edizione dell’evento “Placito Capuano”. La manifestazione inizierà con lo svelamento di un cippo commemorativo, davanti la chiesa di San Salvatore a Corte, dedicato all’importante documento scritto in volgare italiano.
La manifestazione, organizzata dalla Touring Club di Terra di Lavoro ha invitato il Professore Francesco Sabatini, presidente onorario dell’Accademia della Crusca.
Anche quest’anno, la Principessa longobarda Adelgrima, si risveglierà dal suo millenario sonno, come dice il console della Touring Club, Annamaria Troili.
L’evento non ha solo richiamato l’attenzione dell’Accademia della Crusca, bensì ha interessato le istituzioni e le scuole del luogo, che infatti, collaboreranno a rendere sempre più interessante la giornata del Placito Capuano.
Ma vediamo la storia legata a questa giornata…
Tutto risalente all’anno 960, a Capua, tra le più antiche città longobarde caratterizzata da un lungo processo di ricostruzioni inseguito alle distruzioni belliche, che hanno cancellato una parte della città poi ricostruita dai Romani nella zona detta Casilinum.
Il placito, a cui fa riferimento il titolo della giornata, è un documento di sentenza, emesso dal giudice Capuano dell’epoca, Arechisi, che riconosceva il diritto per le proprietà di alcune terre occupate da Rodelgrimo, all’ Abazia di Montecassino.
L’importanza del placito sta nell’evoluzione della comunicazione, tanto è vero, che la sentenza viene scritta in volgare, innovazione per il tempo, dato che tutti i documenti venivano elaborati in latino. Ciò segnò l’inizio della stesura dei manoscritti nella lingua del popolo. Inseguito, Capua, è divenuta “Città della Lingua Italiana”.