SAN PRISCO. A San Prisco a tenere banco è più il consiglio che non c'è stato che quello che si è svolto regolarmente. Ieri sera, infatti, nella sala consiliare, la domanda più frequenta, posta soprattutto al sindaco Domenico D'Angelo, era la seguente: per quale motivo è salta la seduta in prima convocazione per mancanza di numero legale?
Dalla mancata risposta da parte del primo cittadino è scaturito lo scontro tra il presidente Franco Monaco e il consigliere Franco Cinotti, il quale ha deciso di abbandonare l'aula, unitamente al collega di gruppo Antonio Morgillo.
Hanno deciso di restare fino alla conclusione dell'Assise i consiglieri di 'Noi valori' Domenico Carrillo e Francesco a Paolino. Quest'ultimo, in riferimento all'assemblea di ieri sera, ha affermato: «La maggioranza ha presentato un piano triennale di opere pubbliche assolutamente avveniristico. Non è altro che un copia-incolla rispetto a quello di 5-10 anni fa. Con appena 150mila euro si vogliono realizzare opere dal valore di almeno due milioni di euro.
Per quanto riguarda il bilancio, mio malgrado, sono stato costretto a definirlo come un documento di lacrime e sangue. C'è un aumento, infatti, di 160mila euro per la differenziata che in altre parti d'Italia e del Mondo è una risorsa per i Comuni. Inoltre, c'è un rincaro del 20% della Tari, per un totale di 300mila euro annui in più che i cittadini devono versare. L'unica cosa positiva in dieci mesi era il piano industriale dei rifiuti proposto dall'assessore Di Felice che, non si capisce per quale motivo, è stato osteggiato tanto da costringere la stessa a lasciare la delega all'Ambiente. Come contropartita di tale disastro, i nostri amministratori hanno pensato bene di aumentare le loro indennità del 10%, mentre per la tanto pubblicizzata videosorveglianza hanno stanziato solamente duemila euro. Il sindaco è seduto su una polveriera pronta ad esplodere. Ben presto dovrà nuovamente fare i conti con i mal di pancia di 5 consiglieri e con le loro richieste. Invece di continuare a tenere questa 'Spada di Damocle' sulla testa, avrebbe fatto bene a dimettersi».