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CASERTA. A meno di una settimana dalla votazione delle primarie per l’elezione del nuovo segretario nazionale del Partito democratico, la sensazione è che in Terra di Lavoro si stia consumando l’aperitivo di una guerra che andrà in scena poi nel prossimo autunno con il congresso provinciale.

Tante le anomalie, i posizionamenti e gli screzi che si sono registrati in questi giorni che lasciano presagire a questa situazione. Partiamo dall’elezione del coordinatore della commissione per il congresso. Dopo le dimissioni di Cira Napoletano, candidata capolista nel collegio di Caserta per la mozione Renzi, ci sono voluti una decina di giorni prima di arrivare all’individuazione del sostituto che, tra l’altro, non sarà quello designato sulla carta. La mozione Renzi può contare su ben cinque componenti nella commissione contro i tre della mozione Orlando. Facile pensare che il gioco si chiuda in favore dello schieramento legato all’ex premier. Non è così. Due franchi tiratori, fanno in modo che i cinque voti a disposizione, diventino appena tre con il pittelliano Carlo Scatozza che si vede superato da Francesco Rosario Di Nardo, componente della mozione Orlando, giovane consigliere di Santa Maria Capua Vetere, rampollo della deputata Camilla Sgambato. Di Nardo, oltre ai tre voti che sulla carta ha la sua area riesce a ottenere anche un quarto in teoria destinato a Renzi (probabilmente quello di Teresa Cerchiello) e stacca Scatozza grazie ad un’astensione. La conseguenza della spaccatura ha riverberi di natura nazionale. Caserta, infatti, è una delle pochissime province a non vedere la commissione guidata da un renziano. Questa cosa, ha mandato su tutte le furie il commissario provinciale Franco Mirabelli che, nelle stanze romane, dovrà rispondere dell’accaduto. Le schermaglie congressuali stanno portando alla luce la complessa situazione che si è creata all’interno del partito tra il gruppo vicino alle posizioni del commissario provinciale e quello che le avversa. Per restare nella mozione Renzi, oggi vicini al commissario provinciale sono il sindaco di Caserta Carlo Marino, il presidente regionale del Pd Stefano Graziano. Fermi oppositori, invece, sono il consigliere regionale Gennaro Oliviero, l’eurodeputato Nicola Caputo. Una posizione neutra, se così si può dire la hanno, invece, l’eurodeputata Pina Picierno e il gruppo di LabDem di Lucia Esposito e Scatozza che, però, tra loro sono in aperto contrasto. I veti e le guerre, non finiscono comunque qui all’interno della mozione Renzi. Il documento nazionale, non ha avuto la forza, questa volta, di creare un’amalgame vera in vista del congresso e, così, si segnalano “ripensamenti” o “cambiamenti tattici” di alcuni personaggi impensabili sino a qualche ora prima della presentazione delle liste collegate ai tre aspiranti segretari. Giusto per fare un esempio, la cognata di Pino Moretta, consigliere comunale a Marcianise, amico fedelissimo di Gennaro Oliviero a cui il circolo di Marcianise ha impedito di fare la tessera perché ha sostenuto Dario Abbate alle ultime amministrative e non il sindaco Antonello Velardi, ha candidato cognata nella lista collegata ad Emiliano. Anche a Maddaloni, un fedelissimo di Nicola Caputo, Angelo Campolattano ha scelto di correre sotto le insegne del governatore della Puglia e non sotto quelle di Matteo Renzi. A queste situazioni va aggiunta la comunicazione di Benedetto Zoccola di non aver mai accettato l’incarico di portavoce regionale di Emiliano, nonostante tanto di comunicato ufficiale, affermando di essere tra i sostenitori di Renzi. Tra le anomalie di queste elezioni primarie, c’è la partecipazione di personaggi che, in teoria non potrebbero partecipare alle primarie. Oltre a Pino Moretta a Marcianise giocherà un ruolo importante nella partita delle primarie anche Dario Abbate, attualmente sospeso dal Pd, ma che continua a sostenere il partito dall’esterno convinto delle sue ragioni. Abbate è impegnato con la mozione Orlando. Proprio dal suo risultato a Marcianise potrebbe dipendere l’elezione del secondo seggio per la mozione Orlando e per quella Renzi nel collegio di Caserta. In bilico ci sono per Renzi il sindaco della città Carlo Marino, mentre per Orlando, il presidente del consiglio Michele De Florio. E’, forse, per tutte queste cose, e per sfruttare l’onda lunga della Reggia e dei successi di Mauro Felicori, che Matteo Renzi ha deciso di chiudere con una manifestazione proprio a Caserta città la sua campagna per le primare con tanto di tappa presso il capolavoro vanvitelliano. Intanto sono stati definiti i seggi per le primarie nelle principali città. Tre quelli a Caserta città, tutti presso la chiesa di don Antonello Giannotti, così come tre saranno a Marcianise e Sessa Aurunca. Due, invece quelli in programma a Maddaloni, ad Aversa e a Capua.

      


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