De Luca chiude, di fatto, il museo campano: consigliere Zinzi ci ricostruisce cosa è successo in queste ultime ore con la manovra finanziaria?
E’ stato quasi un blitz. Il testo approvato in Commissione Bilancio e che era stato portato all’attenzione del Consiglio accoglieva la richiesta avanzata attraverso l’emendamento firmato da me e dai colleghi casertani Oliviero, Piscitelli, Graziano, Bosco e Zannini recando la previsione di un contributo in favore del Museo Campano di Capua. Lo stanziamento avrebbe permesso al complesso museale di proseguire l’attività culturale e di continuare ad essere un punto di riferimento nel panorama storico nazionale. A poche ore dal Consiglio - dopo la volontà di De Luca di porre la 'fiducia' - ci viene presentato un testo differente rispetto al primo solo per l’esclusione del contributo al Museo di Capua e poco altro. Un taglio incomprensibile che tra l’altro sconfessa gli impegni assunti dallo stesso Governatore De Luca un anno fa quando proprio a Caserta, nel corso di un convegno, magnificava i beni culturali di Terra di Lavoro ipotizzando una ripresa lavorativa proprio legata al settore. Se non porrà rimedio, Caserta sarà nuovamente penalizzata sul piano degli investimenti culturali.
La vicenda museo campano porta ad una valutazione di ordine politico più generale: Caserta continua ad essere ai margini della pianificazione regionale.
Certamente quanto accaduto rafforza la percezione di una scarsa attenzione riservata dal centrosinistra a quelle che sono le emergenze del nostro territorio, dal punto di vista ambientale come per la Cultura, ma anche per l’Istruzione. La situazione relativa all’edilizia scolastica casertana è nota a tutti, come sono note a tutti le mie battaglie in Regione Campania. Per ben due volte ho interrogato l’assessore Fortini per conoscere quali iniziative volesse porre in essere dopo le immagini dei nostri studenti in aula con i cappotti. E per ben due volte l’assenza dell’assessore ha impedito la discussione nel corso del Question Time. Le mutate condizioni climatiche hanno eliminato un disagio, ma le criticità persistono e sono legate alle condizioni strutturali degli edifici scolastici. Ho quindi presentato un emendamento al Collegato alla Finanziaria, ma come i cittadini potranno verificare leggendolo non è stato preso in considerazione dalla maggioranza. La Giunta De Luca ieri ha scritto davvero una brutta pagina per la Campania e per Caserta.
Anche alla luce della sua esperienza come presidente della commissione Terra dei fuochi, al casertano servono tutti gli impianti per lo smaltimento dei rifiuti indicati dalla Regione? E, soprattutto, vanno allocati in zone come il foro boario a Maddaloni o Lo Uttaro a Caserta?
Il tema posto è molto serio e non c'è dubbio che tutti i territori debbano rendersi autonomi con dei propri impianti. Il limite del Piano Regionale, tra l'altro anche per questo, bocciato dal Ministero dell'Ambiente, sta nel fatto che gli unici impianti previsti sono quelli di compostaggio e che vengono venduti come qualcosa che non genera impatti: ma non è così! Non a caso richiedono location adeguate. Foro Boario e Lo Uttaro sono due siti ove le indagini preliminari eseguite dall'Arpac hanno ad oggi evidenziato forti contaminazioni delle matrici suolo e acqua e pertanto dovranno essere bonificati. Lo abbiamo chiesto alla Giunta e continueremo a farlo senza stancarci.
E’ tempo di comunali, oggi per lei c’è una responsabilità in più: la guida di Forza Italia. Come vi muoverete a Maddaloni e Mondragone?
Due casi molto diversi in cui faremo la nostra parte saremo protagonisti. A Maddaloni ripartiamo da Forza Italia, dalla ricostruzione della classe dirigente che ponga le basi per definire la guida del centrodestra in città. Mondragone invece vive già un’esperienza amministrativa positiva che ruota attorno al sindaco Giovanni Schiappa e che i cittadini – a mio avviso – premieranno nuovamente.
Più in generale come intende ristrutturare il partito che dai fasti della provincia più azzurra d’Italia ha raggiunto il minimo storico.
C’è una ragione dietro il momento di difficoltà che ha attraversato Forza Italia a Caserta: la prolungata assenza di una guida provinciale. Il mio impegno - insieme all'On. Sarro - sarà colmare la distanza tra il nostro movimento e il territorio per fare in modo che Forza Italia torni ad essere protagonista tra la gente. La priorità è formare nuova classe dirigente e sperimentare un modello di partito in cui ci sia controllo, attraverso un Comitato dei Garanti, nella scelta dei candidati. Solo così alzeremo il livello del dibattito e forza Italia tornerà attrattiva.
In queste ore a Caserta città si è aperta una crisi di governo legata agli assetti di giunta. Secondo lei come mai una maggioranza numericamente così forte soffre queste difficoltà?
Perché la vera forza non sta nei numeri, ma nelle persone e nella loro reale attitudine ad amministrare nell’esclusivo interesse dei cittadini. L’ho ribadito più volte nel corso della campagna elettorale avvertendo del pericolo celato dietro liste che si presentavano come una macedonia politica. Il risultato oggi è sotto gli occhi di tutti: dopo nove mesi il Sindaco e la sua maggioranza - anziché lavorare a trovare soluzioni per risollevare una città al collasso, sono nel pieno di una trattativa su poltrone ed incarichi. E l’unica attività che porteranno a termine sarà aumentare le tasse sui servizi. Insomma, non c'è mai fine al peggio.
