MADDALONI. Contrasto alla diffusione delle infezioni sessualmente trasmesse e carenza di informazioni, se n’è discusso al Museo Archeologico Antica Calatia di Maddaloni, davanti a una numerosa platea e a un parterre di medici di livello internazionale.
Il convegno è stato organizzato principalmente per porre l’attenzione sul contrasto alla diffusione delle infezioni sessualmente trasmesse, ponendo un particolare sguardo agli adolescenti i quali sono fortemente a rischio per il precoce inizio dell’attività sessuale e un alto turn over di partner. “La diffusione delle IST - ha spiegato Massimo Nacca dermatologo presso l’ospedale S. Anna e S. Sebastiano di Caserta che ha curato il convegno - è facilitata dalla carenza di informazioni inerenti la trasmissione, dalla possibile mancanza di sintomi della malattia, dalle remore sociali e dalle difficoltà di accesso ai servizi. Questo incontro ha lo scopo di instaurare un dialogo collaborativo tra medici indirizzati prevalentemente alla prevenzione primaria e dermatologi, psichiatri, psicologi, urologi e altri specialisti, senza trascurare l’aspetto medico-legale. Lo scopo è quello di evidenziare quanto le IST costituiscano un problema di grande impatto sociale e, soprattutto, che l’approccio debba fondarsi su conoscenze mediche, biologiche, farmacologiche e strumentali”. Fondamentale la diffusione della cultura alla prevenzione e il ruolo non solo del dermatologo ma di tutte le altre figure professionali che concorrono nella gestione e nel trattamento delle infezioni a trasmissione sessuale. Interessante la relazione del professore Delfino. “Proprio la globalizzazione - ha detto, tra l’altro, il docente universitario - impone, oggi più di ieri, di disporre di strumenti di prevenzione e controllo delle IST basati soprattutto su interventi a livello della popolazione che ha come obiettivo: l’aumento della conoscenza dei rischi infettivi ed il miglioramento dei processi educazionali riguardo il comportamento sessuale; la promozione di condotte assistenziali basate sull’aggiornamento continuo dei medici e degli altri operatori sanitari; il miglioramento dell’accessibilità ai servizi specialistici, soprattutto per le fasce di popolazione a rischio più elevato, come agli adolescenti. Il delicato argomento rappresenta una patologia borderline tra specialità mediche, per questo necessita una collaborazione con altri specialisti (dermatologi, ginecologi, urologi, infettivologi, pediatri, psichiatri e psicologi e il MMG) per valutare il problema a vario titolo nell’iter diagnostico specialistico ed assistenziale. La collaborazione è mirata al miglioramento dei livelli di consapevolezza del rischio e dell’aderenza alle terapie, oltre che a consentire una terapia efficace dei partner al fine di evitare il rischio di reinfezioni, pertanto è fondamentale porre una diagnosi tempestiva”.