Il clan non trascura alcun dettaglio nella gestione e nel controllo degli appalti. Questo è quanto descrive la Dda nell’articolata ordinanza The Queen che, ha portato ai sessantanove arresti nella giornata di ieri.
L’organizzazione criminale, infatti, non si limiterebbe a pagare mazzette per garantirsi l’aggiudicazione degli appalti, ma, in alcune circostanze, offrirebbe anche una sorta di buonuscita a quelle ditte che, pur potendo vincere l’appalto, fanno un passo indietro per consentire il mantenimento del sistema. Secondo la Dda, il clan aveva un ampio controllo sulle ditte tanto da spingere, in alcune circostanze, quando si trovava di fronte ad interdittive antimafia, alla vittoria delle imprese “pulite”. Altro aspetto che emerge nell’ordinanza è quello legato alla necessità di un numero così elevato di esigenze cautelari. Secondo i magistrati, infatti, ci sarebbe il rischio concreto di inquinamento o distruzione delle prove così come accaduto nel 2015 con l’appalto del comune di San Giorgio.