E’ ormai tempo di elezioni provinciali. Dal prossimo 16 gennaio, infatti, il facente funzioni Silvio Lavornia avrà a disposizione trenta giorni di tempo per indire la data delle nuove elezioni per il presidente.

Scadono in quella data i 20 giorni utili a poterci ripensare, dalle dimissioni di Angelo Di Costanzo da sindaco di Alvignano e presidente della Provincia che, in teoria, determinerebbero una doppia finestra per elezioni del consiglio e quelle del presidente. Trattandosi di due organismi distinti, infatti, secondo la nuova legge il mandato del consiglio provinciale può proseguire regolarmente sino al prossimo mese di aprile, data della scadenza naturale, mentre, quello del presidente deve essere rinnovato prima. Essendoci una differenza di poche settimane tra le due finestre, verosimilmente le votazioni si accorperanno in una sola data ad aprile, così come è successo due anni fa. Del resto, è stata seguita questa strada anche per la Provincia di Bat (Barletta, Andria, Trani) dove il presidente Spina si è dimesso in anticipo rispetto alla scadenza naturale, ma, comunque le due votazioni si sono svolte assieme. Alla carica di presidente sono candidabili tutti i sindaci dei centoquattro comuni a meno che dalla data delle provinciali non manchino diciotto mesi dalla scadenza del loro mandato. In pole position per l’elezione alla carica di presidente c’è il primo cittadino di Caserta Carlo Marino, anche se le stesse velleità le ha manifestate anche il sindaco di Santa Maria Capua Vetere Antonio Mirra. Vista la guida prevalente del centrosinistra di tutte le grandi amministrazioni, diventa difficile pensare che si possano percorrere strade differenti da questi due per il risultato finale tenuto anche conto che Antonello Velardi, sindaco di Marcianise è destinato alla guida dell’ente idrico. Come tutte le elezioni, comunque, nessun risultato è già scritto prima della loro celebrazione anche perché a votare sarà, comunque, una platea ristretta trattandosi di un ente di secondo livello. Alle urne sono chiamati, infatti tutti i consiglieri comunali e i sindaci che esprimeranno il loro consenso con un voto ponderato diviso per cinque fasce di popolazione: i comuni al di sotto dei 3mila abitanti, quelli tra tremila e cinquemila, quelli fino a diecimila, quelli tra 10mila e 30mila e quelli al di sopra dei trentamila.

Ecco la tabella con i quozienti