CASERTA. Carlo Scatozza l’area pittelliana a Caserta è sempre più una realtà importante…

«Il 20 abbiamo avuto la nostra assemblea provinciale. Abbiamo registrato importanti adesioni da realtà come Castello del Matese, Maddaloni. Lo scegliere di ragionare sui temi e non solo sul posizionamento politico paga. Stiamo conducendo battaglie importanti, ad esempio, a livello nazionale sul job act con un’azione di revisione della misura curata in commissione da Cesare Damiano. Poniamo grande attenzione al lavoro della Regione Campania e del governatore De Luca sulle tematiche dello sviluppo locale».

A proposito di posizionamento politico, nell’assemblea dell’idrico, il vostro gruppo si è schierato per così dire, nella seconda lista. Perché questa scelta?

«La nostra è stata una scelta di coerenza. Siamo sempre stati contro il bipartisan. Abbiamo apprezzato la scelta del commissario Mirabelli di rompere questo tipo di schema ponendo fine ad un accordo del tutto anomalo tra centrodestra e Pd presso l’amministrazione provinciale. Non potevamo, quindi, partecipare ad una lista dove hanno concorso anche pezzi del centrodestra…. Sono altri che hanno intrapreso un percorso differente rispetto a quello degli ultimi mesi».

Mirabelli era stato chiamato per portare l’unità nel Pd casertano, i risultati e le ultime elezioni amministrative dicono altro.

«Diciamo che il commissario ha pagato anche colpe non sue. E’ indubbio, che non sempre si è riusciti a ricomporre l’unità del partito. Adesso, però, per il Partito democratico è arrivato il momento della normalità. Il 2017 deve essere l’anno in cui i dirigenti locali si riappropriano della guida del partito. Bisogna mettere mano al tesseramento che deve, sicuramente, essere controllato scrupolosamente e, poi, in tempi strettissimi si deve celebrare il congresso provinciale prima delle amministrative. E’ impensabile che si vada avanti sino a scadenza naturale con un altro anno di commissariamento. Del resto anche altre realtà che vivono una situazione speculare alla nostra come la Regione Lazio, celebreranno il loro congresso nel prossimo mese di febbraio».

Risulta difficile pensare oggi che, il Pd possa celebrare un congresso unitario…

«L’unità è un valore che si deve ricercare, se ce ne sono le condizioni. Diversamente, si mette il militante di fronte ad una scelta. Si valutano legittimamente le proposte di candidatura e si celebra un congresso dove ci sono più possibilità per la segreteria. Chi riesce ad aggregare di più va alla guida del partito».

Faceva un accenno alle amministrative, tra i comuni al voto c’è Maddaloni che si appresta a celebrare le primarie.

«Il percorso messo in campo a Maddaloni dal commissario non ci convince perché non ha coinvolto una fetta significativa del partito oltre ad una parte della possibile coalizione. Non è stato costruito un percorso inclusivo. Attendiamo l’esito delle primarie e poi valuteremo la situazione».

Pittella presidente del Parlamento europeo, un traguardo importantissimo per un Paese intero.

«Sicuramente, anche perché la contesa è con un altro italiano Tajani e quindi, la competizione per tutti assume un valore doppio. Se si dovesse arrivare a tale risultato lo si farebbe senza alleanze con le altre forze di centrodestra del parlamento europeo e questo segnerebbe una stagione nuova per i Socialisti democratici e, più in generale, per tutta la politica. Anche per le realtà locali, saremmo di fronte alla considerazione che non sono necessarie alleanze spurie per vincere».