MADDALONI. Raccolta rifiuti, pressione fiscale e viabilità: Luigi Bove la nuova Maddaloni si costruisce anche affrontando in maniera energica queste tre questioni.

«Esattamente. E aggiungerei altre due questioni: la sicurezza e il lavoro. Ma parto dalla sua considerazione. Per la raccolta differenziata, bisognerà essere attenti e vigilare sul nuovo capitolato e contratto. Bisogna portare urgentemente e in maniera corretta, il servizio di porta a porta in tutta Maddaloni. Un secondo dopo, lanciare la raccolta differenziata introducendo un sistema di tracciabilità del rifiuto e della famiglia che differenzia in modo tale da applicare incentivi e sconti a chi fa correttamente la raccolta. Poi impegnare e impiegare il Comando di Polizia Municipale in una task force per il controllo del territorio, attraverso piani di produttività e fare tante multe per i trasgressori. Ripensare le isole ecologiche attuali. Per la pressione fiscale va iniziato, con norme alla mano, il processo di internalizzazione del sistema. Deve essere il Comune a gestire i tributi locali; bisogna attrezzarsi per una reale banca dati e puntare sulle risorse interne. Poi bisogna fare la detassazione graduale per le nuove attività commerciali e far risparmiare i negozianti che resistono alla crisi. Approvare la divisione merceologica dei negozi per l’applicazione della percentuale del tributo locale in maniera equa e dare una mano al tipo di negozio che produce e differenzia rifiuti. Per la viabilità bisogna chiedere finanziamenti economici europei per creare un sistema di mobilità interno alla Città di Maddaloni, prevedendo l’utilizzo di navette ecologiche e prendere sempre di meno l’auto. Il cuore di questo sistema, insieme ad altro, lo vedo nel campo sportivo di via Mercorio e realizzare la cittadella dello sport, compresa di campo, in via Viviani e via De Curtis. Ma il mio impegno sarà senza sosta nell’investire risorse comunali e non, per la sicurezza del cittadino e creare nuove e reali occasioni di sviluppo del territorio come una zona franca urbana e dare a una visione commerciale, turistica e culturale alla città».

Maddaloni su whatsapp: qual è l’obiettivo?

«Ho sempre improntato la mia azione politica, da quando ero giovane liceale assetato di impegno civile, nello stare a contatto con i piccoli e grandi problemi del quotidiano: la voragine, il lampione spento, il tombino rotto. E continuo su questa strada. Ho deciso di raccogliere le tante segnalazioni che mi arrivano quotidianamente. Non sono in carica in questo momento e non posso promettere la risoluzione dei problemi ora, ma ci metto la faccia come sempre e tramite questa iniziativa segnalerò i disagi quotidiani dei cittadini. E noto che sono stato un precursore anche in questo. Tanti sono diventati segnalatori. Io lo sono sempre stato».

In questa fase a Maddaloni stanno nascendo tanti movimenti e tante associazioni pronte a concorrere alle prossime elezioni comunali. Come giudica questo fenomeno?

«Tutti coloro che si candidano o al consiglio comunale o alla carica di sindaco meritano rispetto e io giudico rispettosamente tutti coloro che dimostreranno di avere coraggio nel fare questo passo. Da tempo, anche tramite i social, parlo di proposte per la città, ma oltre me non vedo nessun possibile e potenziale candidato dire una sola parola programmatica. Ma solo tante alleanze, strategie, lunghe notti spese a pianificare tattiche ma nemmeno un’idea per Maddaloni. Credo che i cittadini siano stanchi delle strategie. Io non ho strategie se non quella di parlare di proposte e spiegarle ai cittadini».

Il dato del referendum dice che a Maddaloni c’è una disaffezione rispetto alla politica vista l’affluenza bassa alle urne. Quali saranno le ricadute sulle amministrative?

«Guardi, il referendum ha portato innanzitutto ad un’altra amara considerazione: il voto degli italiani non viene preso in considerazione, se pensiamo che quello che è uscito dalla porta, Renzi, entra dalla finestra, Gentiloni. Detto questo, i cittadini sono esausti e vogliono fatti concreti e piccoli segnali di impegno. Per questo insisto nel dire che alle prossime elezioni amministrative, per la carica di sindaco, ci vogliono dei requisiti: riconoscibilità politica, impegno e passione e un minimo di competenze amministrative».

Chi potrebbero essere i suoi compagni di viaggio tra le forze attualmente in campo?

«I giovani perbene, la gente onesta, i professionisti, il disoccupato, il ceto produttivo, la borghesia non pantofolaia e parolaia ma quella operosa e laboriosa, le periferie che io conosco benissimo, i legalitari, i commercianti stanchi di pagare tasse al comune senza ricevere servizi adeguati, i Movimenti civici puliti, nuovi e senza padroni. Inoltre nella mia giunta ci sarà anche un magistrato in aspettativa o in pensione e qualche operatore delle forze dell’ordine e di polizia, in aspettativa o in pensione. Oltre a giovani e donne competenti».